mercoledì 16 ottobre 2013

COMUNICATO DI ADESIONE DEL CPS-ROMA ALLO SCIOPERO DEL 18 OTTOBRE



Il Coordinamento Precari Scuola di Roma parteciperà allo sciopero generale indetto il 18 ottobre dai sindacati di base. Sarà in piazza con un proprio spezzone alle manifestazioni del 18 e del 19 ottobre.

Il governo Letta non ha alcuna intenzione di ritirare i tagli alla scuola compiuti dai governi che lo hanno preceduto e si prepara a un rinnovo contrattuale perseguendo la logica dell’aumento dell’orario di lavoro e della “cultura meritocratica” introdotta da Brunetta e proseguita ciecamente da tutti i governi, compreso quello attuale.

Le manifestazioni del 18 e del 19 ottobre rappresentano solamente una tappa per la costruzione di un conflitto sociale che ci deve vedere impegnati contro ogni controriforma della scuola e contro ogni tentativo di demolizione del Contratto Collettivo Nazionale dei lavoratori della scuola.

L’appuntamento per il 18 ottobre è alle ore 10 di fronte la basilica di S. Maria degli Angeli.
Il 19 ottobre diamo appuntamento alle ore 13 in piazza San Giovanni.


Coordinamento Precari Scuola Roma
http://cps-roma.blogspot.it/
movimentoinsegnantiprecari@gmail.com
 

martedì 10 settembre 2013

Primo giorno di scuola. Cominciamo bene (?)

Facciamo l’appello.

-          Precari? Presenti!
-          Edilizia scolastica? Assente!
-          Rinnovo del contratto? Assente!
-          Classi affollate? Presenti!
-          Finanziamenti? Assenti!
-          Contributo volontario? Presente!
-          Caro libri? Presente!
-          Pensionamenti? Assenti!
-          Tagli? Ripetenti e presenti!
Di fronte a tutto questo scenderemo in piazza uniti, studenti e docenti, per denunciare, nonostante la propaganda del Ministro Carrozza, la continuità tra questo ministro e i precedenti.
Mercoledì 11 settembre dalle ore 15 organizzeremo una scuola nostra sotto al MIUR: lezione in piazza, per dimostrare come la politica dei tagli e la carenza di assunzioni producano un consistente peggioramento del funzionamento della scuola.
Non c’è più tempo. Questo è solo l’inizio di un autunno di lotta che vedrà in piazza, anche l’11 ottobre, studenti, famiglie e lavoratori della scuola.

Coordinamento Precari Scuola    (movimentoinsegnantiprecari@gmail.com)
Precari uniti contro i tagli di Roma (per contatti: c\o gruppo facebook Precari uniti contro i tagli)
Unione Degli Studenti

mercoledì 28 agosto 2013

Adesione del CPS Roma al Presidio del 4 settembre al Provveditorato



Questo è il “Nostro Stato”

Il Coordinamento Precari Scuola di Roma, riunitosi in assemblea il 26 agosto, ha deciso di sostenere con la massima decisione ed il maggiore sforzo di partecipazione il presidio del 4 settembre alle ore 15,00 al Provveditorato di Via Pianciani, lanciato dal gruppo FaceBook Precari Uniti Contro i Tagli su base nazionale come uno dei punti di partenza di una mobilitazione in difesa della dignità del nostro lavoro.

All’ipocrita propaganda del Governo Letta, che ha camuffato di fronte all’opinione pubblica un numero di immissioni in ruolo inferiore alle più pessimistiche previsioni come una concessione fatta ai precari ed un interesse verso la scuola, dobbiamo rispondere con una campagna di controinformazione e di chiarificazione rispetto al fenomeno del precariato nella scuola che passa in primo luogo per la costruzione di un percorso di mobilitazione che sia il più possibile partecipato ed inclusivo.

Per questi motivi condividiamo l’approccio del gruppo che ha concentrato i punti della piattaforma su pochi elementi chiari e condivisibili: il ritiro di tutti i tagli imposti alla scuola, a partire dalla Gelmini e, su questa base, l’assunzione a tempo indeterminato di tutti i precari, trasformando l’organico di fatto in organico di diritto.

Se il Governo ha tentato di oscurarci facendo credere all’opinione pubblica che poco più di 11.000 assunzioni rappresentano una novità nel quadro della crisi attuale, noi dobbiamo dimostrare con la nostra presenza e la nostra determinazione nelle lotte che ogni anno lo Stato stipula con noi precari più di 100.000 contratti a tempo determinato e che, quindi, noi siamo essenziali alla scuola, che senza di noi le scuole non funzionano e che il crescente aumento del precariato nella scuola ha come unico scopo quello di proseguire cinicamente nella politica dei tagli e della demolizione della scuola pubblica nel nostro paese. Se non vogliamo essere prima oscurati e poi usati e gettati da uno Stato che dimostra di non avere alcun interesse né per la nostra dignità né per il nostro lavoro, né tantomeno per le sorti dell’istruzione pubblica, dobbiamo farci sentire con forza, partecipare attivamente e coinvolgere altre persone al percorso di lotta che ci vede impegnati a partire dal 4 settembre.

Invitiamo, quindi, tutti i precari della scuola a partecipare all’assemblea che si terrà lunedì 2 settembre alle ore 14 in via Galilei 57 (“Il cielo sopra l’Esquilino”, zona piazza Vittorio) per costruire collettivamente l’organizzazione e la coreografia del presidio al C.S.A. di Roma in via Pianciani il 4 settembre alle 15.00 e per pensare ai passaggi successivi di lotta.      

  
Coordinamento precari scuola Roma
http://cps-roma.blogspot.it/
 su Facebook, Coordinamento Precari Scuola Roma
 

venerdì 9 agosto 2013

Assemblea Precari Scuola Roma, 26 agosto ore 17.00

Le recenti dichiarazioni del Ministro Carrozza sull’ipotesi di 11.000 incarichi a tempo indeterminato nella scuola per l’anno 2013-2014 dimostrano apertamente la totale inadeguatezza del Governo Letta nell’affrontare il problema del precariato nella scuola nonché la mancanza completa di discontinuità con le politiche portate avanti da Gelmini e Profumo. La situazione dei precari della scuola, inoltre, è stata ulteriormente aggravata per effetto della riforma delle pensioni Fornero e per la tendenza, perseguita con spietato cinismo dallo Stato e dalle università, di alimentare la guerra tra poveri tra i precari, segmentando le nostre condizioni di sfruttamento in molte tipologie (abilitati ssis, abilitati tfa ordinario e speciale, concorso-graduatorie, etc.) in modo da aumentare il numero di pretendenti per una fascia di posti che, nelle intenzioni dei Governi, si riduce sempre più.

Pur riconoscendo e comprendendo le specifiche battaglie che i vari settori dei precari svolgono per vedersi riconosciuta almeno la possibilità di lavorare, noi riteniamo che se non s’interviene drasticamente sull’organico, a partire da quest’anno, se non  combattiamo unitariamente per l’accrescimento dei posti, a partire dalle assunzioni a tempo indeterminato, saremo costretti a subire questo continuo cambiamento delle regole, nonché le frequenti condizioni di umiliazione personale che tutti noi abbiamo subìto in vari modi (pensiamo alle pesanti prove o alle spese che hanno dovuto sobbarcarsi molti colleghi del tfa ordinario per poi trovarsi in alcune classi di concorso con pochissimi posti, oppure alle scandalose modalità con cui si sono svolte e  si stanno svolgendo le prove di un concorsaccio, da subito  apparso come un palese attacco alle condizioni dei docenti precari ed  ideato più per piazzare qualcuno che per risolvere i nostri problemi). Se non si lotta unitariamente per l’estensione dell’organico e per l’assunzione a tempo indeterminato su tutti i posti vacanti e disponibili, se non si contrasta la tendenza alla formazione delle classi pollaio, il Governo avrà gioco facile a scatenare la conflittualità al nostro interno alimentando ad hoc la guerra tra poveri.

Come Coordinamento Precari Scuola Roma invitiamo tutti ad organizzare città per città assemblee unitarie tra le varie tipologie di precari per  contrastare attraverso la mobilitazione l’esiguo contingente messo in atto dal Ministero a partire dalla parola d’ordine del ritiro dei tagli della Gelmini e della riforma Fornero. A Roma e Lazio c’incontreremo per un’ assemblea pubblica il 26 agosto alle 17 presso la libreria anomalia (via dei Campani 73 a San Lorenzo). L’unità e la determinazione sono le componenti che ci permettono di ottenere dei risultati, come abbiamo dimostrato per la proposta d’aumento dell’orario a 24 ore e per la proposta di legge Aprea; cambiare le condizioni d’umiliazione e d’asservimento dipende dalla volontà di ognuno di noi, dalla capacità di dirigere l’indignazione per i soprusi che quotidianamente riceviamo verso i principali responsabili dei nostri disagi. Solo una lotta determinata, unitaria e di massa ci può permettere di aprire una luce nel tunnel infernale del precariato e della disoccupazione che quotidianamente ci viene minacciato. Ognuno di noi sa che dipende in primo luogo dalla sua volontà la possibilità d’uscire da quel tunnel.

Vi aspettiamo il 26 agosto alle ore 17.00 presso la libreria “Anomalia” in via dei  Campani 73 (San Lorenzo).

Coordinamento precari scuola Roma
https://www.facebook.com/groups/150354782754/?fref=ts

mercoledì 31 luglio 2013

Appello Precari Scuola Roma in difesa della Scuola Pubblica Statale, per il ritiro dei tagli causati dalle leggi Gelmini e Fornero e per il rispetto delle 25.000 immissioni in ruolo previste

Il Coordinamento Precari Scuola Roma  assume, come piattaforma generale, il ritiro dei tagli causati dalla legge Gelmini e dalla riforma Fornero, senza le quali non è risolvibile alla radice né il problema del precariato né quello della qualità della didattica e della difesa generale della scuola pubblica.

Comprendiamo la giusta esigenza dei firmatari dell'appello sulle 25mila assunzioni nel 2013 /2014 e li invitiamo a non limitarsi a diffondere l'appello, ma a costruire insieme un percorso di mobilitazione. 

Non riteniamo infatti corretto avallare l'atteggiamento dei governi che negli ultimi anni hanno trattato l'Istruzione pubblica come una voce di spesa inutile, da tagliare e sacrificare sull'altare dell'austerità economica, mentre proprio le stesse politiche liberiste e sprezzanti dei diritti fondamentali dei cittadini hanno provocato e aggravato l'attuale crisi economica. 

25mila assunzioni non coprirebbero che i pensionamenti, non rispondendo alle necessità reali della scuola pubblica italiana, in cui ogni anno lavorano "stabilmente" circa 150mila precari, in cui le classi sono sovraffollate impedendo lo svolgimento di una didattica efficace, in cui il diritto all'integrazione degli studenti disabili è sistematicamente negato per la carenza di insegnanti di sostegno. 

Invitiamo tutte e tutti i precari, insieme alle studentesse e agli studenti, ai colleghi di ruolo, a rialzare la testa per un nuovo autunno caldo della scuola pubblica, per  costruire, intorno a questa rivendicazione, un processo di mobilitazione operante in tutte le città.

Coordinamento precari scuola Roma
movimentoinsegnantiprecari@gmail.com
http://cps-roma.blogspot.it/

domenica 14 luglio 2013

Comunicato di solidarietà al Liceo "Socrate"

Il Coordinamento Precari Scuola Roma manifesta tutto il suo sdegno per l'infame rogo appiccato la scorsa notte al Liceo Socrate. Questa scuola si è segnalata negli anni per l'impegno in difesa dell'istruzione pubblica e la sensibilità mostrata anche verso i precari, che al Socrate hanno svolto assemblee e iniziative insieme a studenti e genitori. La scuola è il luogo di tutti anche come entità fisica e i suoi edifici sono patrimonio comune del territorio e della sua comunità. Attaccarli vuol dire rifiutare l'idea stessa di confronto e crescita culturale e civile, che è connaturata all'istituzione scuola. Farlo di notte, furtivamente, rivela la nota matrice vigliacca di chi, invece, teme una istruzione pubblica che funzioni. Al Sindaco di Roma Marino e alla Ministro Carrozza, che prontamente sono intervenuti a censurare l'episodio e garantire la reazione attraverso la ricostruzione e una pronta ripresa della didattica, diciamo che la scuola non cade solo per questi infami attacchi, ma anche per la colpevole incuria di chi l'ha usata come cassa di risparmio a danno di studenti, lavoratori e famiglie.

Riparare la scuola non significa solo restaurare il Socrate, ma ritirare i tagli e invertire la rotta, investire, assumere i precari, far sì che veramente la scuola pubblica possa rispondere alla sua missione costituzionale ed essere patrimonio di crescita comune.

Coordinamento Precari Scuola Roma

mercoledì 19 giugno 2013

Verbale dell'Assemblea Nazionale dei Precari della Scuola - Milano, 9 giugno 2013




VERBALE ASSEMBLEA NAZIONALE
MOVIMENTI PRECARI DELLA SCUOLA

Coordinamenti presenti con i propri rappresentanti: Milano, Napoli, Roma, Ravenna, Bologna


Singoli interventi di un precario veneto (via web), due precari non abilitati che lavorano in terza fascia, un diplomato magistrale, alcuni docenti di ruolo
L'assemblea è stata articolata in due momenti distinti. In una prima fase si è tentato di compiere un'analisi condivisa della situazione presente e delle possibili prospettive di attacco che i lavoratori della scuola dovranno affrontare nei prossimi mesi, mentre nella seconda parte si è cercato di riflettere su quali possano essere le possibili strategie e le azioni di lotta da mettere in atto per fronteggiare la situazione.
I fase: analisi della situazione presente e prospettive
E' emersa una forte preoccupazione da parte di tutti gli intervenuti nei confronti della situazione politica attuale. Il governo Letta infatti appare sotto molti aspetti ancora più pericoloso del Governo Monti: mentre Profumo ha condotto un attacco diretto nei confronti della scuola e dei lavoratori creando, per reazione, un fronte compatto fra i docenti precari e di ruolo che hanno percepito immediatamente la possibilità di veder diminuire i propri diritti o di perdere il posto di lavoro, Letta agisce in maniera non diretta - sbandierando misure propagandistiche che trovano il consenso dell'opinione pubblica (come l'apertura delle scuole al pomeriggio o gli stessi BES), ma che il governo vorrebbe attuare a costo zero - e, quindi, più subdola, non suscitando la spontanea aggregazione dei lavoratori della scuola e degli studenti. Appare infatti evidente a tutti come il ministero Carrozza si ponga in perfetta continuità con quello del suo predecessore dato che, malgrado gli illusori proclami sul rifinanziamento della scuola pubblica, si accinge invece a riprendere la politica dei tagli (e le assunzioni sono uguali a quelle fatte
dal Ministro Gelmini). Un esempio lampante di tale continuità si nota ad esempio dalla volontà, espressa dal ministro durante l'audizione in VII Commissione Cultura, di ridurre i posti sul sostegno
di 11mila unità attraverso la normativa sui Bes e l'attuazione dell'organico funzionale.
La situazione appare inoltre ancora più grave a causa delle conseguenze deleterie della riforma Fornero che ha ridotto in modo considerevole i pensionamenti e di conseguenza le possibilità di aumento degli organici, e per la perdita, per i lavoratori precari, di un diritto basilare come quello della monetizzazione delle ferie non godute, che apre la strada ad ulteriori disparità di trattamento fra lavoratori dello stesso settore e quindi attacca frontalmente il contratto nazionale e lo stesso Statuto dei Lavoratori.
In una simile prospettiva in cui le assunzioni in ruolo di tutti i lavoratori precari della scuola appaiono sempre più lontane e gli attacchi alla scuola sempre più forti e incisivi, anche a causa della mancanza di una reale opposizione da parte dei sindacati confederali, si rende ancora più importante l'autorganizzazione dal basso dei lavoratori della scuola, in modo particolare di coloro che ne sono la
parte più debole e quindi sotto continuo attacco, ovvero i precari.
I presenti hanno convenuto sull'assoluta necessità di continuare a coordinarsi anche a livello nazionale, in modo da contribuire alla riorganizzazione almeno di una piccola parte di quel movimento dei precari che si è sviluppato sin dal 2008. Bisogna quindi provare a ripartire proprio da quei coordinamenti ancora attivi sul territorio che, pur senza soffocare le voci dei singoli, devono essere di stimolo e supporto attivo alle lotte.
Per evitare però che si creino ulteriori spaccature e si indebolisca così il movimento, si ritiene più utile non creare un'organizzazione nazionale strutturata, ma piuttosto rafforzare la comunicazione e il collegamento fra coordinamenti locali, in modo da valorizzare quello che dovrebbe essere il punto di forza delle lotte, ovvero l'azione sul territorio.
In modo particolare è emerso come sia importante che i coordinamenti locali riescano a mettere in atto tra loro una veloce ed efficace comunicazione e si coordinino a livello nazionale su singole battaglie specifiche su cui c'è una reale condivisione di visioni, lasciando però una piena autonomia su ogni altro ambito.
Sempre per ricomporre quelle spaccature che la lunga durata delle azioni di lotta e l’ostinata chiusura delle forze politiche sollecitate hanno prodotto, l’assemblea ha aperto un dibattito franco e, nelle intenzioni, dirimente sul concorso che si sta tuttora svolgendo.
Anzitutto è stata fatta autocritica da parte di tutti i presenti, che hanno ammesso una parziale, preventiva “rimozione” funzionale o psicologica del tema, ovvero una colpevole leggerezza nel dare
per scontata l’uniformità di intenti e comportamenti da parte di tutti i membri dei vari coordinamenti. Si è poi parlato del contraccolpo che il movimento ha ricevuto al suo interno e a livello di immagine pubblica dalla partecipazione alle prove concorsuali di molti precari in lotta, soprattutto di quelli mediaticamente più esposti e di come ciò abbia portato alla perdita di credibilità del movimento agli occhi dei molti colleghi precari. E' stato anche rimarcato l’assenso indirettamente fornito ad una modalità di selezione inaccettabile tanto per i docenti che per gli studenti, quella, cioè, che pretenderebbe di misurare le “competenze” e conoscenze di entrambe le categorie per il tramite di quiz avulsi dalle logiche e dalle pratiche della formazione e della buona didattica. Per contro, si è constatato che, indipendentemente dalle posizioni assunte dai vari coordinamenti, molti precari, anche quelli scesi in piazza il 22 settembre, hanno comunque tentato di stabilizzare la propria posizione prendendo parte alla selezione. Esaminate tutte le possibili proiezioni e tutte le effettive ricadute delle opzioni, l’assemblea, resa dalla discussione più conscia del viluppo di implicazioni emotive, politiche, ideologiche e comunicative che il concorso ha rappresentato e configura tuttora, ha concluso la discussione sul tema impegnandosi a non fomentare le polemiche, ad assumere una posizione pubblica univocamente contraria tanto alla presente quanto ad ogni altra selezione parimenti impostata e indetta allo scopo di spaccare i precari, e a delegittimare le procedure in corso anche con il boicottaggio, sia puntando sui ricorsi non ancora discussi presso il TAR, sia denunciando senza tregua le indecenti scorrettezze e le surreali forzature che quotidianamente vengono rese note.
II parte: battaglie condivise e azioni di lotta
Dal confronto all'interno dell'assemblea è emersa l'esigenza di confrontarsi e coordinarsi in modo particolare in merito ad alcune battaglie fondamentali su cui bisognerà concentrarsi nei prossimi mesi:
- Battaglia contro l'utilizzo dei “BES” e dell'organico funzionale “su reti di scuole” per attuare nuovi tagli nella scuola.
La normativa sui BES in particolare risulta molto pericolosa perché costituisce solo l'ultimo momento di un percorso di distruzione del modello d'integrazione previsto dalla legge 104 che ha come scopo finale l'eliminazione del sostegno e il carico sui docenti di ruolo della responsabilità didattica e giuridica di tutte le categorie di studenti con delle difficoltà di apprendimento e di integrazione presenti nelle scuole (inclusi i disabili lievi che perderebbero così il sostegno) senza alcun finanziamento o risorsa in più.
Così come concepita dal MIUR la normativa sui BES è un vero e proprio “cavallo di troia” progettato per smantellare dal di dentro il sostegno, confondendo l'opinione pubblica, i genitori e gli insegnanti  con teorie pedagogiche pseudo-scientifiche e che nulla hanno a che fare con la realtà già difficile dell’integrazione e della didattica personalizzata nella povera scuola pubblica italiana d’oggi e anzi la peggioreranno.
L'anno prossimo - con il taglio delle nuove certificazioni sui DVA ci saranno 11 mila cattedre di sostegno in meno (ed è solo l'inizio!) - oltre a lasciare senza lavoro altri docenti precari, lascerà abbandonati a stessi migliaia di bambini e ragazzi con problemi cognitivi e di apprendimento. Dietro questo progetto c'è una potente lobby formata da Confindustria, Caritas e Fondazione Agnelli che mirano a farsi carico del sostegno dopo averne provocato l'esternalizzazione. I governi finora hanno sempre trovato interessante questa soluzione in un'ottica di contenimento della spesa pubblica che permetta di tagliare ulteriori posti di lavoro di lavoratori precari.
Il taglio dei posti sul sostegno attraverso i BES inoltre sarà il banco di prova di un altro strumento utilissimo alla “razionalizzazione” dell'organico, ovvero l'organico funzionale che, sebbene presentato da più parti come la soluzione finale al precariato della scuola è in realtà un altro modo per tagliare posti di lavoro per i precari e creare “cattedre spezzatino” sparse in tutta la provincia attraverso le “reti di scuole”.
- Battaglia contro la riduzione dell'assunzioni in ruolo a causa dei mancati dei pensionamenti e problema del futuro reclutamento.
Bisogna sensibilizzare l'opinione pubblica e lottare uniti contro la riforma Fornero che abbassando il numero dei pensionamenti nella scuola da circa 100.000 a circa 44.000 unità ha impedito di fatto la creazione di nuovi posti di lavoro e un numero maggiore di immissioni in ruolo.
Per aumentare la possibilità di immissioni in ruolo potrebbe essere importante anche contribuire alla lotta che si sta sviluppando circa la creazione di 25mila cattedre in ruolo per le ore di alternativa alla religione cattolica.
Il movimento dei lavoratori precari della scuola deve includere anche i precari non-abilitati di III fascia e i futuri tirocinanti dei TFA - a cui non può essere negato il diritto di abilitarsi- e i diplomati magistrali relegati in III fascia pur essendo già abilitati, al fine di creare un “fronte unico” contro il Governo che parta dalla lotta comune contro i tagli alla scuola, per il rifinanziamento della scuola pubblica, dalla difesa delle Gae come unica forma di reclutamento e dalla richiesta di un'esaurimento rapida delle stesse, con un piano generale di assunzioni, sulla base dei titoli e dell'anzianità di servizio.
- Battaglia contro la mancata monetizzazione delle ferie non godute.
Risulta assolutamente urgente concentrarsi sulla questione delle “ferie non godute”, perché dal prossimo anno il diritto alla monetizzazione delle ferie non godute verrà definitivamente eliminato per i lavoratori precari. Un vero e proprio furto di Stato a legge armata. Già in questa prima fase può essere utile iniziare a coinvolgere i colleghi precari nelle scuole rendendoli consapevoli dei propri diritti visto che già da quest'anno molte scuole stanno imponendo le “ferie d'ufficio” in modo del tutto illegale. Fornendo infatti ai collegi modulistica specifica per chiedere la monetizzazione delle ferie e moduli di diffida contro le ferie d'ufficio si permette ai precari di difendersi autonomamente favorendo così l'autorganizzazione delle lotte.
- Battaglia contro l'aziendalizzazione della scuola e i finanziamenti alle scuole private (comitati in sostegno dell'art. 33).
Bisogna concentrarsi fin da settembre per l'organizzazione del boicottaggio delle prove Invalsi coinvolgendo anche le componenti studentesche in un lavoro di lungo periodo per arrivare preparati al boicottaggio delle prove e sensibilizzare l'opinione pubblica contro la gerarchizzazione dei docenti e la logica della scuola come “azienda produttiva”.
Sempre nell'ambito della battaglia contro l'aziendalizzazione della scuola può essere inserita quella che abbraccia un raggio d'azione più ampio ovvero la battaglia contro i finanziamenti alle scuole private e contro la legge 62/2000 che parifica le scuole private alla scuole pubbliche.
Risulta quindi fondamentale la partecipazione dei precari della scuola all'interno dei comitati in sostegno dell'art. 33 al fianco degli altri lavoratori della scuola, degli studenti e dei comuni cittadini che lottano in difesa della scuola statale.
I Coordinamenti presenti fanno propria questa fondamentale battaglia e si impegnano a partecipare o a promuovere la nascita di Comitati in sostegno dell'art. 33 in tutta Italia, al fianco dei lavoratori della scuola, degli studenti, delle associazioni e dei comuni cittadini che lottano in difesa della scuola statale e che a Bologna hanno già ottenuto un risultato eclatante e oltremodo incoraggiante, facendo registrare 86.000 voti contro il dirottamento delle risorse pubbliche alle scuole paritarie (circa un milione e 800.000 euro), che per quasi il 90% sono private e confessionali. Partendo dal concreto dato dell’esclusione di 423 bambini dalla frequenza della scuola dell’infanzia, i membri del Comitato “Articolo 33” di Bologna, hanno infatti raccolto 13.000 firme di cittadini e hanno indetto un referendum comunale di grandissimo impatto e di grande valenza simbolica e politica. Contro di loro, non a caso e significativamente, si sono schierati il sindaco della città (Pd), la Chiesa cattolica, nella persona del Card. Bagnasco e, infine, il ministro Carrozza con il paradossale argomento che le private “surrogano” generosamente le carenze dello Stato. L’impresa, nonostante i colpi bassi, la confusione deliberatamente generata sulla natura e sull’orientamento delle due mozioni oggetto della consultazione e la collocazione dei seggi in zone periferiche e mal servite dai mezzi di trasporto, è riuscita felicemente e rappresenta un precedente che va considerato esemplare in vista di uno sforzo da profondere nella stessa direzione su tutto il territorio nazionale, non solo per raggiungere l’obiettivo della riqualificazione della scuola pubblica, ma anche per creare dibattito sul suo ruolo e per costringere le forze politiche a schierarsi e a uscire allo scoperto.
- Battaglia contro ogni nuova proposta di aumento delle ore settimanali di lavoro anche se "incentivate" economicamente.
Qualsiasi proposta del governo che vada nella direzione di aumentare le ore di lezione, sia direttamente (com'è stato il caso della proposta sulle 24 ore, sia indirettamente (come riduzione del tempo per ogni unità d'ora) per tagliare altre cattedre, a danno dei precari, o per offrire nuovi servizi a costo zero (come apertura delle scuole al pomeriggio) a danno della qualità della didattica, deve essere respinta.
L'assemblea ha inoltre ribadito l'esigenza di portare queste lotte all'interno delle scuole, coinvolgendo tutti i colleghi, precari e di ruolo e ha accolto tre decisioni di azioni concrete da attuare in tempi brevi per tenere viva l'attenzione su tali problematiche e mostrare al Governo che il movimento dei precari non è morto:
- Il Cps Roma chiederà (entro luglio) un'audizione al Ministero dell'Istruzione - da far coincidere eventualmente con un presidio di sostegno e di lotta sotto il MIUR - per fare pressioni sulle questioni cruciali emerse dalla discussione assembleare, ossia sulla questione della ferie non godute, sui Bes, sulle mancate immissioni in ruolo determinate, oltre che da precisa volontà politica, anche dalla contrazione e riduzione degli organici per effetto degli interventi governativi (BES; riforma delle pensioni, riforma Gelmini) per esprimere la contrarietà dei precari all'indizione di nuovi concorsi prima del completo esaurimento delle graduatorie.
- Il Cps Napoli svolgerà, e propone alle altre città di fare altrettanto, delle iniziative leggere durante il primo giorno degli esami di maturità facendo indossare ai docenti precari coinvolti negli esami una maglietta con scritto “maturi per l'assunzione” e magari organizzare dei piccoli flash mob nelle scuole dove si recano i giornalisti in modo da sensibilizzare l'opinione pubblica sul tema delle mancate assunzioni in ruolo.
- Stato di mobilitazione nelle città presenti con volantinaggi e iniziative di lotta e contro-informazione varie sui temi individuali come prioritari dall'assemblea in occasione delle convocazioni dei precari e delle nomine a settembre.
L'assemblea conviene inoltre sulla necessità di vedersi periodicamente con sedi a rotazione per continuare a confrontarsi e coordinarsi scambiandosi stimoli e punti di vista diversi, possibilmente coinvolgendo anche a quei gruppi di precari o singoli che non hanno potuto/voluto partecipare all'assemblea milanese. Si decide quindi di riconvocarsi a settembre a Napoli o a Roma.