domenica 27 dicembre 2015

14 gennaio 2016 presidio alla ragioneria dello Stato


Una montagna di carbone vi seppellirà”


Siamo lavoratori e lavoratrici della scuola, siamo precari e siamo tanti 
nonostante la propaganda del governo occulti la nostra esistenza.
Ben 30000 di noi sono rimasti senza stipendio da settembre!

Ci siamo rivolti alle segreterie, al servizio Noipa del Ministero del Tesoro sperando di avere buone notizie ma il rimpallo delle responsabilità è diventato un ritornello della peggiore canzonetta. L’emissione speciale del 24 dicembre, solo ad alcuni di noi e l’ultima prevista il 12 gennaio non cancellano i danni e l’umiliazione compiuti sulla nostra pelle!
Tra diffide, disperazione e mobilitazione chiediamo ciò che è un nostro diritto: uno stipendio regolare, la certezza dei finanziamenti futuri alle supplenze e la fine della “precarietà nella precarietà”, il ripristino delle supplenze tagliate dalla legge di stabilità 2014 , le assunzioni, il rinnovo del contratto nella parte economica. Non vogliamo la precarizzazione di tutti ma piuttosto l'estensione dei diritti a noi precari!

Sono stati più di 127.000 i contratti che il Miur ha stipulato con noi precari, ciò significa che siamo tanti a cui lo Stato ogni anno ruba la dignità pagandoci spesso con due mesi di ritardo e va sempre peggio. Alla faccia del rispetto per il mondo del lavoro e della Costituzione!
“Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro e in ogni caso sufficiente ad assicurare a sé e alla famiglia un'esistenza libera e dignitose e a ferie annuali retribuite”, recita l’art.36 della nostra Costituzione. Ricordiamo che a noi precari, le ferie non godute non vengono retribuite da tre anni.

Portiamo simbolicamente una montagna di carbone alla Ragioneria dello Stato il 14 gennaio.
Le befane della scuola arriveranno… in ritardo come i loro stipendi
e vi seppelliranno con una montagna di carbone!
ore 15 alle 18 via Napoleone Parboni 6

Andiamo a riprenderci la nostra dignità!
Nessuna discriminazione tra lavoratori!
Coordinamento Precari Scuola Roma
FB Precari Scuole di Roma - Coordinamento - CPS

sabato 7 novembre 2015

Appello per un’assemblea pubblica e cittadina

La scuola italiana è ancora segnata dalle ferite generate dalle politiche dell’ex ministra Gelmini. Gli 8,5 mld di euro non sono stati mai restituiti alla scuola. La legge 107, la cosiddetta “Buona scuola” è la peggiore prosecuzione delle politiche sull’istruzione negli ultimi vent’anni:
l'anno scolastico è iniziato con un numero consistente di cattedre scoperte, cronica è la carenza del personale ATA;
non tutti i precari Gae sono stati assunti, rimangono esclusi i docenti di seconda e terza fascia, pur avendo alle spalle anni di insegnamento, le insegnanti della scuola dell'infanzia, lasciate in sospeso in attesa della delega per la riforma del ciclo, il personale ATA;
la “fase B” delle regolarizzazioni si delinea come un “mobbing” di massa sulla categoria, in particolare su quei lavoratori che avrebbero potuto entrare in ruolo da tempo se avessero programmato liberamente di trasferirsi in altre provincie;
la “fase C” dequalifica il personale che viene costretto a fare il “tappabuchi” e a continui spostamenti di sede;
gli insegnanti tecnico pratici - già colpiti dalla riforma Gelmini e “derubati” attraverso i Pas non vedono riconosciuta la loro professionalità e il loro diritto al ruolo;
la delega al governo, prevista dalla 107, per il riordino del sistema di formazione degli insegnanti riguarda il destino di parte dei precari della scuola e degli studenti che vorranno accedere all'insegnamento;
gli insegnanti hanno il contratto scaduto da 6 anni e sono i meno pagati d'Europa.
la divisione fra precari danneggia tutti, favorisce solo le politiche di differenziazione salariale, di rottura della collegialità e della cooperazione, di autoritarismo aziendalista, di privatizzazione.
E’ necessaria l’unità di tutti i lavoratori della scuola attorno a due punti fermi: il diritto al lavoro per tutti e tutte e il riconoscimento della professionalità acquisita con l'anzianità di servizio.
Chiediamo a tutti i colleghi e alle organizzazioni dei precari solidarietà attiva. Socializzazione delle informazioni e delle idee, partecipazione attiva a partire dai propri luoghi di lavoro. Lottiamo uniti:
contro i tagli, per la valorizzazione della scuola e del lavoro di tutti;
per la stabilità e la qualità del lavoro, contro la falsa meritocrazia della L. 107;
per l'abolizione della legge Fornero, il pensionamento del personale più anziano e le assunzioni, senza la rinuncia ai diritti prevista dalla legge 107, sui posti vacanti e disponibili;
per la reintroduzione delle supplenze brevi fin dal I giorno di necessità;
per il mantenimento e la riapertura delle gae, al fine di garantire le assunzioni in maniera trasparente, e delle graduatorie di istituto anche di terza fascia per le supplenze;
per il pagamento puntuale dello stipendio ai supplenti;
per la gratuità dei corsi abilitanti;
per l'abolizione del lavoro gratuito in ogni sua forma (es. stage);
per l'abolizione della legge 107, per una vera riforma proveniente dalla scuola e dai cittadini che risponda alle esigenze di democrazia e lavoro espresse dal paese.
Le lotte avranno successo solo se saremo in grado di sviluppare rivendicazioni e piattaforme comuni, evitando di rimarcare le differenze tra di noi e indirizzando la conflittualità verso il Governo e non verso le altre categorie di precari.
Di questo e altro parleremo all’assemblea cittadina giovedì 12 Novembre ore 17 all’ITIS Galilei, via Conte Verde 51 - (metro A - Manzoni).
Vi aspettiamo
Coordinamento Precari Scuola Roma
Per info: movimentoinsegnantiprecari@gmail.com
https://www.facebook.com/Precari-Scuole-di-Roma-Coordinamento-CPS

sabato 10 ottobre 2015

Per chi suona la campana


Appello per un percorso unificante dei lavoratori e delle lavoratrici precarie della scuola

Nel luglio 2015, a scuole praticamente chiuse, il governo ha voluto approvare una “riforma” apertamente avversata da milioni di cittadini -in primis gli insegnanti- in tutto il paese, dando prova di totale disinteresse per il confronto democratico.
A settembre, la propaganda martellante ha enfatizzato gli effetti positivi della riforma a partire dalle cosiddette assunzioni.
Non ci stancheremo mai di ricordare che i precari e le precarie sono indispensabili al funzionamento della scuola e la regolarizzazione di alcuni di noi è un atto dovuto... anzitutto agli alunni e alla qualità del lavoro scolastico.
La questione della precarietà -e le questioni legate ai bassi salari e al taglio delle garanzie storiche attraverso “riforme” come il jobs act- è il problema del paese.
Il costante bombardamento mediatico a favore del governo, non riesce a nascondere la cruda verità vissuta da milioni di lavoratori nel paese.
Intanto, è in costante calo il consenso verso le istituzioni europee, la Confindustria, il governo – mai votato – di Renzi, Alfano e Verdini.

Riforma” e precarietà nella scuola. Situazione e prospettive.

Tutto il mondo del lavoro risente negativamente degli effetti della legge Fornero.
Gli anziani sono costretti a lavorare e i giovani sono condannati alla disoccupazione e alla precarietà. Il corpo della scuola italiano è ancora segnato dalle “ferite” generate dalle politiche della Gelmini. Gli 8,5 mld di euro mai restituiti alla scuola, il taglio delle classi e delle ore col conseguente abbassamento della qualità del lavoro didattico sono elementi di un’eredità viva che determina il calo della qualità dell'offerta formativa e.. dei posti di lavoro. La scarsa mobilità delle graduatorie negli ultimi anni è il risultato delle politiche dei tagli operati nel nome del pareggio di bilancio e della razionalizzazione delle spese.
Le forme della precarietà nella scuola hanno prodotto figure atipiche capaci di risolvere le lacune contingenti. La volontà di espulsione -di fatto- di migliaia di precari dal ciclo produttivo della scuola è uno dei pilastri della “riforma”.
Le graduatorie di anzianità e merito hanno rappresentato e rappresentano l'unico strumento di controllo democratico dell'accesso al posto di lavoro e di eliminazione di fenomeni di corruzione.
L'attacco allo strumento della graduatoria contenuto nella “riforma” risponde alla necessità governativa -e confindustriale- di generare una “concorrenza all'ultimo titolo e all'ultimo sangue” tra lavoratori. Parte consistente della “riforma” è sintetizzabile in questa immagine di degrado imposto, che è assai lontano da qualsiasi idea di “merito” e qualità del servizio.

Le polemiche piovute addosso alla categoria in merito alle assunzioni hanno tutt'altro che messo in luce diverse questioni:
- l'anno scolastico si aprirà con un numero consistente di cattedre scoperte;
- non tutti i precari sono stati assunti, ben più del 60% di precari non verrà stabilizzato nel presente anno scolastico;
- la “fase B” delle regolarizzazioni si delinea come un “mobbing” di massa sulla categoria, in particolare su quei lavoratori che, è bene ricordare, avrebbero potuto entrare in ruolo da tempo se avessero programmato -liberamente- di trasferirsi in altre provincie;
- la “fase C” dequalifica il personale che viene costretto a fare il “tappabuchi” e a continui spostamenti di sede;
- gli insegnanti tecnico pratici -già colpiti dalla Gelmini e “derubati” attraverso i Pas- non vedono riconosciuta la loro professionalità e il loro diritto al ruolo;
- la legge 107 – che ha escluso le insegnanti della scuola dell'infanzia dal piano di assunzioni – prevede una delega al governo per la riforma del ciclo che viene rimandata al prossimo anno. È in progetto un sistema integrato di educazione 0-6 anni gestito da enti pubblico-privati finanziato –in parte- dalle famiglie che stravolgerà il contratto delle insegnanti statali livellandolo verso le condizioni peggiori già denunciate dalle lavoratrici comunali. Di fatto, la prova generale della privatizzazione della scuola nel nuovo “cantiere” della scuola dell’infanzia;
- gli eventuali futuri concorsi a cattedre, il costante commercio di titoli e la contemporanea “abolizione fisica” dei precari che hanno maturato più di 36 mesi di servizio sono un incentivo alla disoccupazione o alla sotto-occupazione nei diplomifici privati (finanziati ancor di più coi meccanismi del bonus e dell'esenzione fiscale previsti dalla L. 107);
- la delega al governo, prevista dalla 107, per il riordino del sistema di formazione degli insegnanti e conseguente soppressione degli attuali percorsi di abilitazione riguarda il destino di parte dei precari della scuola e degli studenti che vorranno accedere all'insegnamento e interviene in direzione riduttiva e dequalificante sui percorsi di formazione all'insegnamento.
- gli insegnanti hanno il contratto scaduto da 6 anni e sono i meno pagati d'Europa.

Come precari della scuola, tutti i punti sopra individuati e la questione della riapertura della contrattazione ci interessano da vicino.
La volontà del governo di rivedere i tempi di apertura delle scuole, degli orari di lavoro (aumenterà? di quanto??), la questione ideologica della valutazione e della premialità individuale (da respingere in toto) unite al riordino delle classi di concorso ci impongono di vigilare attivamente e di avanzare proposte alternative.

Ogni tipologia di divisione tra precari “bianchi rossi e blu” è dannosa per tutti.

Lottiamo uniti!

La regolarizzazione di parte dei precari Gae è il risultato di un processo di lotte portate avanti con unità e tenacia dai precari storici. La graduatoria è stato lo strumento che ha favorito l'unità dei precari e la loro recente regolarizzazione. Pertanto va rivendicata come uno strumento utile al controllo sociale delle modalità di assunzione, includendo in essa sia coloro che hanno rifiutato il piano straordinario di assunzioni e sia coloro che per condizioni anagrafiche non hanno potuto accedervi, nonostante ne avessero i requisiti.
La folle invenzione di nuovi corsi abilitanti -utili a dividere i precari e a creare una sorta di pericolosa “dipendenza” da concorso- cancella la necessaria considerazione dell'anzianità di servizio: questa non può determinare l'espulsione dei precari -vedi la questione dei “36 mesi”- ma deve esser un elemento da valorizzare al fine dell'immissione in ruolo.
La divisione fra precari danneggia tutti, favorisce solo le politiche di differenziazione salariale, di rottura della collegialità e della cooperazione, di autoritarismo aziendalista, di privatizzazione.
Crediamo che sia necessaria l’unità dei lavoratori – tutti!- della scuola attorno a due punti fermi: il diritto al lavoro per tutti e tutte e il riconoscimento della professionalità acquisita con l'anzianità di servizio. Chiediamo a tutti i colleghi e alle organizzazioni dei precari solidarietà attiva. Socializzazione delle informazioni e delle idee, partecipazione attiva a partire dai propri luoghi di lavoro.
Siamo convinti che il nostro futuro non può essere appeso all’esito dell’ennesimo ricorso organizzato ad hoc per rastrellare denari sulle necessità di chi lavora. Siamo convinti che solo un forte movimento dei precari possa garantirci un futuro degno come lavoratori e possa contribuire al miglioramento della scuola italiana.
Pensiamo che un primo passo sia l'indizione di un'assemblea cittadina dei precari della scuola, che cerchi di dar avvio ad un processo di socializzazione di saperi, bisogni e lotte. Lotte che avranno successo solo se saremo in grado di sviluppare rivendicazioni e piattaforme comuni, evitando di rimarcare le differenze tra di noi e indirizzando la conflittualità verso il Governo e non verso le altre categorie di precari. Invitiamo le diverse associazioni di precari a concordare quanto prima la data di questa assemblea, per ragionare insieme sul come muovere i primi passi di questo processo di lotta. Pensiamo che i seguenti punti possano essere degli spunti utili per il dibattito, in quanto uniscono i precari:

  • Contro i tagli, per la valorizzazione della scuola e del lavoro di tutti;
  • per la stabilità e la qualità del lavoro, contro la falsa meritocrazia della L. 107;
  • per l'abolizione della legge Fornero, il pensionamento del personale più anziano e la stabilizzazione di tutti i precari;
  • per la reintroduzione delle supplenze brevi fin dal I giorno di necessità;
  • per l'ingresso in graduatoria di tutti i precari al fine di garantire in maniera trasparente l’assunzione a tempo indeterminato;
  • per la gratuità dei corsi abilitanti;
  • per l'abolizione del lavoro gratuito in ogni sua forma (es. stage);
  • per l'abolizione della legge 107, per una vera riforma proveniente dalla scuola e dai cittadini che risponda alle esigenze di democrazia e lavoro espresse dal paese
Coordinamento Precari Scuola Roma

lunedì 23 marzo 2015

12 Aprile Assemblea Nazionale di tutto il mondo della Scuola

Al violento attacco alla Scuola Pubblica al quale stiamo assistendo in queste settimane non possiamo rimanere indifferenti. Urge invece una reazione altrettanto radicale e decisa, una reazione forte, immediata, strutturata, perché non possiamo permettere questa devastazione di quello che noi, insegnanti,di ruolo e precari, impiegati, collaboratori, studenti e genitori realizziamo con impegno, fatica e passione tutti i giorni.
La Scuola Pubblica così come la conosciamo, un diritto costituzionale, per tutti e di tutti, luogo libero ove fare cultura, laica, democratica, inclusiva, gratuita, senza accentramento di poteri, legata a doppio filo al concetto di stato di diritto, vettore di principi di onestà, rispetto e avulsa da logiche di competizione e di sfrenata meritocrazia, questa nostra scuola da domani non esisterà più, se il DDL promosso dal governo Renzi sarà approvato.
Non esiste emendabilità alla controriforma della “Buona Scuola”, nulla in quel testo può essere avallato in cambio dell’accettazione del resto, nessuna stabilizzazione di precari e nessun bonus ai docenti vale l’accettazione di regole al ribasso, cancellazione di diritti e applicazione di principi neoliberisti come la flessibilità, il Jobs Act, il dirigente sceriffo, rischio clientelismi, entrata del privato e aziendalizzazione della scuola. Lo specchietto per le allodole della stabilizzazione dei precari sta finalmente mostrando il suo lato vuoto e diabolico: assumere solo chi si è costretti (iscritti Gae), rimandare la palla oltre il muro per altri (idonei concorso e docenti con più di 36 mesi di servizio), gettare tutto in mare per i restanti (abilitati, Tfa, Pas, III fascia), lasciando loro le briciole e un concorso in cui scannarsi ancora, forse definitivamente.
Ogni attore della Scuola ha di fronte a sé validissimi motivi per rifiutare la pseudoriforma renziana, dal precario ricattato e illuso se non cacciato, dall’insegnante di ruolo che perderà radicalmente libertà, certezze e stabilità, anche economica, al collaboratore ignorato dalla riforma, allo studente definitivamente immerso nella mentalità Invalsi, nelle logiche aziendali e che saluterà la continuità scolastica dei suoi insegnanti, al genitore che vedrà la scuola divenire sempre di più un servizio per clienti, non più diritto per cittadini.
A questo attacco inaccettabile noi proponiamo un percorso diverso, nel rispetto della Costituzione, una diversa proposta di legge (la LIP, Per una Buona Scuola per la Repubblica), l’applicazione di regole propedeutiche alla idonea applicazione della Lip, nonché alla stabilizzazione completa dei precari (ritiro tagli Gelmini, diminuzione alunni per classe, ritiro controriforma Fornero sulle pensioni), un differente percorso per la stabilizzazione presente e futura dei precari, tutti gli attuali e a scorrimento nel prossimo futuro.
Per tutte queste ragioni, convochiamo una

ASSEMBLEA NAZIONALE DI TUTTO IL MONDO DELLA SCUOLA
domenica 12 aprile 2015 a Roma (luogo da definire)
con il seguente programma
Dalle 10 alle 13:  Rifiutiamo la Cattiva Scuola di Renzi, meglio la Lip!
Dalle 14 alle 18: Pomeriggio Precario (dignità e lavoro per tutti)

Un’assemblea che sia l’inizio di una grande mobilitazione dal basso, un percorso di lotta unitario, al di là delle varie appartenenze sindacali, che inizi appunto con l’indizione dell’assemblea nazionale di tutti i lavoratori della scuola contro la pseudoriforma governativa, con particolare declinazione sul mondo precario, al quale dedicheremo l’intero pomeriggio del 12, che passi attraverso la partecipazione alle varie ulteriori manifestazioni contro la “Buona Scuola” e che confluisca nella richiesta forte di indizione di un grande sciopero generale e unitario della scuola, da considerare come adeguata risposta forte e unitaria al progetto renziano.
La piattaforma su cui l’assemblea lavorerà, che include e assorbe in toto quella stabilita all’unanimità dal popolo precario in presidio il 17 marzo scorso, sarà la seguente:

1- Ritiro della riforma Buona Scuola, una pseudoriforma non emendabile, che vediamo come l'ennesimo tentativo di fare cassa ai danni della scuola pubblica, una limitazione di diritti dei dipendenti pubblici che procede parallelamente al Jobs Act e al passaggio di un più ampio progetto di meritocratica privatizzazione dei diritti costituzionali e dello stato sociale
2 - Sostegno alla Lip (ora Ddl 1583 al Senato e 2630 alla Camera) che, in contrasto radicale con la controriforma di Renzi prevede: l’investimento nella scuola del 6% del Pil nazionale (in linea con quanto in media investono i paesi UE); l’obbligo scolastico a 18 anni; il ripristino del tempo pieno e del tempo prolungato, classi di non più di 22 alunni (numero che diminuisce in presenza di alunni con disabilità); l’abrogazione della “riforma” Gelmini; una scuola finanziata interamente dallo Stato per evitare la creazione di scuole di serie A e B, la garanzia della libertà di insegnamento.
3 - Rispetto della centralità della libertà dell’insegnamento e del dibattito a scuola, poiché la scuola è il luogo della formazione culturale e civile dei cittadini futuri. L’ingresso di capitali, interessi e di discutibili pratiche di tirocinio in imprese private è poco utile al processo educativo degli alunni e si delinea come potenzialmente dannoso agli equilibri di gestione interna delle scuole e, ancor più grave, alla libertà di insegnamento
4 - Aumento sostanziale del numero di cattedre (per eliminare qualsiasi giustificazione alla creatura renziana dell’organico funzionale con strapotere dei dirigenti) tramite: cancellazione dei tagli della pseudoriforma Gelmini e diminuzione numero alunni per classe (come già indicato nel punto 2); cancellazione controriforma Fornero sulle pensioni.
5 - Immissioni in ruolo completa oltre le promesse mancate del governo (quindi tutti i 148 mila precari delle GAE , tutti quelli delle GI che hanno maturato i 36 mesi di servizio, che oggi sono tagliati fuori, gli idonei  ultimo concorso) da farsi entro Settembre 2015, attraverso un Decreto legge specifico al di fuori di qualsivoglia pesudoriforma o un c.d. Decreto Interministeriale emanato dal MIUR di concerto con il Ministero dell’Economia e Finanze che faccia seguito a disposizioni di legge idonee. Tali immissioni in ruolo da effettuarsi senza condizionarle all’accettazione di patti “al ribasso”, dal momento che, come è a tutti noto, le assunzioni dei precari in GAE e di quelli che hanno maturato 36 mesi di servizio non sono un regalo del governo, ma il frutto delle lotte condotte negli anni dai precari e della sentenza della Corte di Giustizia europea.
6 - Il rispetto, per gli immessi in ruolo, di quanto stabilito dal CCNL scuola, il che vuol dire ripristino degli scatti di anzianità soppressi, riconoscimento dei diritti pregressi degli abilitati di scuola dell'infanzia e primaria ante 2002 e, soprattutto, ritiro di ogni assurda ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni, nonché di demansionamento, ovvero utilizzazione su classi di concorso “affini” e su differenti posizioni lavorative (docenti assunti nelle posizioni degli ATA).
7 - Stabilizzazione graduale dei precari recentemente abilitati tramite percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione, attualmente in II fascia d’istituto, con istituzione di una nuova graduatoria provinciale degli abilitati (da cui attingere, a scorrimento, per le immissioni in ruolo e per le nomine sulle supplenze annuali).
8 - Istituzione di graduatorie dei non abilitati con percorsi abilitanti da attivare gratuitamente e senza selezione per chi abbia maturato almeno 2 anni di contratti a tempo determinato.


Lavoratori Autoconvocati della Scuola


martedì 17 marzo 2015

17 marzo 2015 Piattaforma dei precari della scuola per una mobilitazione unitaria

Il Coordinamento Precari Scuola Roma (CPS Roma) comunica all'opinione pubblica e agli organi di stampa il principale risultato della manifestazione del precariato della scuola tenutasi a Roma, sotto Montecitorio, martedì 17 marzo scorso, cioe’ la definizione e la realizzazione, avallata all’unanimità, di una piattaforma comune a tutta la realtà del mondo precario della scuola, una realtà molteplice, fatta di gruppi organizzati e di singoli lavoratori, offesi nella loro dignità di cittadini e di lavoratori dalla c.d. riforma della Buona Scuola renziana.
La piattaforma, ottenuta dopo mesi di battaglie svolte troppo spesso singolarmente, con contenuti e rivendicazioni quasi esclusivamente specifiche e non sempre inclusive che non permettevano altro se non la frammentazione e la divisione, facendo il gioco del governo, si basa su tre capisaldi inamovibili e indisponibili: il rifiuto totale della riforma renziana, riforma non emendabile e pertanto da sovvertire nella logica, nei contenuti,nella forma e nella sostanza; la proposta di individuazione dei razionali per aumentare in modo sostanziale il numero delle cattedre disponibili; un percorso inclusivo per la stabilizzazione completa e senza condizioni di tutti i precari della scuola, siano essi iscritti Gae, idonei al concorso, abilitati Tfa, abilitati Pas, abilitandi Tfa e iscritti III fascia.
La piazza, nell’accettare e fare propria la piattaforma, ha dato il via ad un percorso di lotta unitario, al di là delle varie appartenenze sindacali, che inizi con l’indizione di un’assemblea nazionale di tutti i lavoratori della scuola contro la riforma, con particolare declinazione sul mondo precario, che passi attraverso la partecipazione alle varie ulteriori manifestazioni contro la Buona Scuola, a partire dal presidio dei precari indetto dai sindacati per martedì 24 sotto Montecitorio (ove portare e rivendicare l’applicazione della piattaforma), che confluisca nella richiesta forte di indizione di un grande sciopero generale della scuola, da considerare come adeguata risposta forte e unitaria al più grande attacco alla Scuola Pubblica che si ricordi dai tempi del ministro Falcucci.
La piattaforma, che di seguito riportiamo, puo’ essere controfirmata scrivendo (specificando se si appartiene a realtà già in lotta) all’indirizzo email del CPS Roma (movimentoinsegnantiprecari@gmail.com) il quale si rende sin d’ora garante del processo che finalmente identifichi un reale movimento unitario dal basso contro la devastante politica renziana sulla scuola.

Piattaforma dei precari della scuola per una mobilitazione unitaria.

- Ritiro della riforma Buona Scuola, una riforma non emendabile, che vediamo come l'ennesimo tentativo di fare cassa ai danni della scuola pubblica, una limitazione di diritti dei dipendenti pubblici che procede parallelamente al Jobs Act e il passaggio di un più ampio progetto di meritocratica privatizzazione dei diritti costituzionali e dello stato sociale
- Aumento sostanziale del numero di cattedre (per eliminare qualsiasi giustificazione alla creatura renziana dell’organico funzionale con strapotere dei dirigenti) tramite: cancellazione dei tagli della riforma Gelmini; diminuzione numero alunni per classe, cancellazione riforma Fornero sulle pensioni.
- Immissioni in ruolo completaoltre le promesse mancate del governo (quindi tutti i 148mila precari delle GAE , tutti quelli delle GI che hanno maturato i 36 mesi di servizio, che oggi con il DDL sono tagliati fuori, idonei  ultimo concorso) entro Settembre 2015, attraverso un c.d. Decreto Interministeriale emanato dal MIUR di concerto con il Ministero dell’Economia e Finanze (non occorre infatti alcun Decreto legge o DDL, ma solo la volontà di assumere), immissioni in ruolo da effettuarsi senza condizionarle all’ accettazione di patti “al ribasso”, dal momento che, come è a tutti noto, le assunzioni dei precari in GAE e di quelli che hanno maturato 36 mesi di servizio non sono un regalo del governo, ma il frutto delle lotte condotte negli anni dai precari e della sentenza della Corte di Giustizia europea.
- Il rispetto, per gli immessi in ruolo, di quanto stabilito dal CCNL scuola, il che vuol dire ripristino degli scatti di anzianità soppressi, riconoscimento dei diritti pregressi degli abilitati di scuola dell'infanzia e primaria ante 2002 e, soprattutto, ritiro di ogni assurda ipotesi di mobilità del personale verso altre province o regioni, nonché di demansionamento, ovvero utilizzazione su classi di concorso “affini” e su differenti posizioni lavorative (docenti assunti nelle posizioni degli ATA).
- Stabilizzazione graduale dei precari recentemente abilitati tramite percorsi TFA e PAS e tramite laurea in Scienze della formazione, attualmente in II fascia d’istituto, con istituzione di una nuova graduatoria provinciale degli abilitati (da cui attingere a scorrimento, per le immissioni in ruolo e per le nomine sulle supplenze annuali).
- Istituzione di graduatorie dei non abilitati con percorsi abilitanti da attivare gratuitamente e senza selezione per chi abbia maturato almeno 2 anni di contratti a tempo determinato.
 
Roma, 17 marzo 2015




martedì 13 gennaio 2015

Comunicato Coordinamento Precari Scuola Roma

Mercoledì 17 dicembre il Coordinamento Precari Scuola Roma si è riunito per discutere su:
-promesse di assunzioni e significato dei ricorsi,
- rischio dell'estromissione completa di una parte considerevole di lavoratori/trici precari-e della scuola attraverso l'eliminazione delle supplenze,
-rilancio della piattaforma del 26 ottobre.
  
Dopo la sentenza della Corte europea contro il ricorso sistematico a contratti a tempo determinato e le promesse di stabilizzazione da parte del governo, c'è grande fermento da parte di docenti e ATA precari.

  Pensiamo che sia arrivato il momento di pretendere le tanto attese assunzioni vigilando sulle modalità, sui tempi e sulla certezza degli stanziamenti. La recente sentenza europea e i molti pronunciamenti a favore di singoli da parte di giudici italiani, insieme ai ricorsi che molti precari si accingono a portare avanti per mettere alle strette il governo,  rimarcano per noi  che l'assunzione dei precari è un atto dovuto e non deve avvenire attraverso il ricatto della dequalificazione della funzione docente,  della cessione dei diritti e dell’abolizione degli scatti stipendiali come tenta di far passare il piano per la scuola del governo. 

   Chiediamo a  tutti i lavoratori/trici della scuola di prestare attenzione e di opporsi, in sede di discussione di modifiche al contratto nazionale nonché in sede di contrattazione d'istituto, alle tendenze  che modificano il contratto di lavoro  in senso peggiorativo, dequalificando il lavoro di docenti e  ata  e imponendo  un elevato numero di ore da dedicare a supplenze. E' avvenuto, per esempio, nel caso dell'accordo siglato dai sindacati CGIL e CISL della provincia di Trento ad agosto 2014 per il quale ogni docente dovrà prestare fino a trenta ore  (non più dieci-quindici)  per le supplenze interne, lasciando invariata la parte economica, per non parlare delle settanta ore annue  (solo alle superiori) ricavate dal recupero previsto per le ore di 50 minuti. Avviene in forme diverse in molte scuole dove le difficoltà dovute ai tagli vengono affrontate ricavando ore da recuperare in vario modo, da destinare a supplenze o ad attività cosiddette progettuali, ma a volte gestite in maniera da togliere alla maggioranza dei docenti il controllo del proprio lavoro. 

  Segnaliamo, inoltre, che ancora troppo spesso, per  la mancata chiamata dei supplenti,  si arriva perfino alle  richieste ricevute da diversi colleghi/e precari sul sostegno di prestare ore  per coprire le assenze dei colleghi/e. Ribadiamo la nostra contrarietà a questa pratica veramente disdicevole, che fa risparmiare soldi alle scuole e al ministero ma che svilisce il diritto allo studio degli alunni/e diversamente abili. 

  Denunciamo infine, la barbarie del trattamento riservato ai colleghi/e che lavorano con contratti brevi e saltuari che non vedranno per quest'anno gli stipendi di dicembre, nè la tredicesima  e neanche la mensilità di novembre della quale sarà assegnata solo una quota rimandando l'altra metà al 2015. Il MIUR fa sapere,  con una nota del 15/12/2014,  che ciascuna scuola dovrà liquidare le somme spettanti al personale docente con precedenza delle mensilità di settembre e ottobre fino a novembre  ma entro i limiti dell'importo assegnato ad ogni singola scuola. 
   
Ribadiamo  le richieste e gli obiettivi dell' assemblea dei precari del 26 ottobre e invitiamo alle giornate di lotta in Piazza Montecitorio e all'assemblea nazionale che si terranno durante la settimana dal 12 al 18 gennaio.

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 Coordinamento precari scuola Roma